
Pasqua Senza Uova
Trump e il Tour Mondiale del Cappello in Mano
Tra dazi, avian flu e
diplomazia culinaria, l’amministrazione americana cerca disperatamente uova
anche in Veneto.
Washington, 21 marzo
2025 – Negli Stati
Uniti si avvicina la Pasqua, ma sugli scaffali dei supermercati americani le
uova sono rare quanto un politico che mantiene le promesse. E mentre i prezzi
delle uova raggiungono cifre che farebbero arrossire persino un tartufo bianco,
l’amministrazione Trump si trova a fare i conti con una crisi che ha del
surreale: una nazione intera senza uova per Pasqua.
La causa? Una combinazione
micidiale di avian flu, che ha decimato il 10% della popolazione di galline
ovaiole, e politiche commerciali protezionistiche che sembrano aver colpito più
duro del virus stesso. Ma non temete: il Presidente Trump ha un piano. O
meglio, un cappello. E lo sta portando in giro per il mondo.
Dopo aver imposto dazi su
praticamente tutto ciò che respira (e anche su qualche cosa che non lo fa),
l’amministrazione americana si è trovata costretta a chiedere aiuto proprio a
quei paesi con cui aveva litigato a suon di tariffe doganali. "È come se
il lupo bussasse alla porta della pecora chiedendo un po’ di lana" ha
commentato ironicamente il professor Egidio Gallina, esperto di economia
alimentare presso l’Università di Ovopoli.
Tra i paesi contattati
figura anche l’Italia, e in particolare il Veneto, noto per la sua tradizione
culinaria e la qualità delle sue uova. L’ambasciata americana avrebbe inviato
una richiesta ufficiale, con tanto di promessa di "future collaborazioni
vantaggiose" (leggi: meno dazi sul Prosecco). In risposta, un anonimo
produttore veneto avrebbe dichiarato: "Ci penseremo… dopo aver finito la
frittata".
La situazione è talmente
assurda da sembrare uscita da un romanzo satirico. Da un lato, gli Stati Uniti
importano milioni di uova dalla Turchia e negoziano con altri paesi per
tamponare la crisi. Dall’altro, continuano a mantenere tariffe protezionistiche
che complicano ulteriormente le relazioni commerciali. "È come cercare di
spegnere un incendio con una tanica di benzina" ha spiegato
sarcasticamente la dottoressa Yolanda Piuma, analista di politica
internazionale.
E mentre le trattative
proseguono, i consumatori americani si arrangiano come possono: c’è chi dipinge
sassi al posto delle uova pasquali e chi cerca di barattare vecchi CD dei
Backstreet Boys per una dozzina di uova su eBay.
Ma la vera sorpresa arriva
proprio dal Veneto. Pare infatti che una delegazione locale abbia proposto uno
scambio culturale senza precedenti: inviare uova in cambio della ricetta
segreta dei pancake americani. "Se dobbiamo salvare la Pasqua americana"
ha dichiarato il sindaco di Verona, "almeno vogliamo qualcosa in cambio
che valga la pena".
E così, mentre il mondo
osserva divertito questa tragicommedia internazionale, resta solo una domanda:
riuscirà Trump a riportare le uova sugli scaffali prima del 20 aprile? Oppure
gli americani dovranno accontentarsi di cioccolato fondente e speranze infrante?
Una cosa è certa: mai come quest’anno Pasqua sarà davvero… senza guscio.
Nota: Questo articolo è
un'opera di satira e parodia, concepita esclusivamente a scopo umoristico e di
intrattenimento. I contenuti esposti non riflettono in alcun modo reali
sviluppi politici, decisioni governative o dichiarazioni ufficiali. Ogni
somiglianza con persone esistenti, situazioni reali o eventi effettivamente
accaduti è da considerarsi puramente fortuita e non intenzionale. L'autore
declina qualsiasi volontà di offendere o diffamare individui, istituzioni o
gruppi politici. Si invita il pubblico ad accogliere il presente articolo con lo
spirito critico e il senso dell'umorismo che contraddistinguono la migliore
tradizione satirica.
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