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Tesla affonda a Wall Street

 


Tesla affonda a Wall Street 

Elon Musk ora vende auto o sogni a rate?

 
L’azienda di auto elettriche scivola come un monopattino scarico, mentre in Europa le vendite crollano più veloci di un tweet cancellato.
 
 
New York, 26 marzo 2025 – È ufficiale: Tesla Motors, il colosso delle auto elettriche che un tempo sembrava destinato a colonizzare Marte con un motore a batteria, sta perdendo colpi più velocemente di un robot ballerino con le pile scariche. A Wall Street, il titolo dell’azienda di Elon Musk è scivolato in fondo al mercato, come un’auto senza freni su una discesa ghiacciata. E in Europa? Le vendite di gennaio e febbraio sono precipitate rispetto all’anno scorso, lasciando gli showroom vuoti come una convention di fan dei floppy disk.
Cosa sta succedendo alla creatura prediletta del magnate visionario? Gli analisti si dividono tra chi parla di “crisi di crescita” e chi sospetta che i clienti abbiano finalmente capito che un’auto da 80.000 euro non dovrebbe avere il bagagliaio che si apre solo con un aggiornamento software. “È come vendere un frullatore che fa il caffè, ma solo se paghi l’abbonamento premium” commenta sarcastico Giancarlo Spinterogeno, esperto di mercato della Columbia University. “Tesla non vende più auto, vende un lifestyle. Peccato che il lifestyle non abbia il parcheggio assistito”.
Le cifre parlano chiaro: in Ue, le immatricolazioni di Tesla sono crollate come un castello di carte in un uragano. Gennaio e febbraio 2025 hanno segnato un -40% rispetto al 2024, un dato che fa tremare persino i più fedeli seguaci di Musk, quelli che comprano le sue auto per poter dire “io c’ero” quando colonizzeremo lo spazio. La concorrenza, nel frattempo, ringrazia: marchi come Volkswagen e BYD stanno rosicchiando quote di mercato con la voracità di un criceto davanti a un buffet di semi. “Le auto tedesche e cinesi funzionano senza bisogno di un manuale di 400 pagine o di un aggiornamento via satellite” ironizza Ludovica Freniamano, consulente automotive dell'Istituto di Dinamiche su Ruote.
Eppure, c’è chi difende l’approccio di Tesla. “Elon non sta sbagliando, sta solo testando la resistenza psicologica dei consumatori” sostiene Ermete Visionazzi, futurologo autoproclamato di un think tank inesistente. “Presto lancerà un’auto che si guida da sola fino al negozio di criptovalute più vicino. È il futuro, ma nessuno lo capisce”. Intanto, però, il presente è fatto di bilanci in rosso e di clienti che si lamentano di volanti che sembrano joystick e batterie che si scaricano più in fretta di uno smartphone al 2% durante una chiamata Zoom.
Il colpo di grazia? La pressione degli investitori, che iniziano a guardare Musk come si guarda un mago dopo che il coniglio è scappato dal cilindro. “Forse è il momento di smettere di twittare razzi e tornare a costruire auto” suggerisce un anonimo azionista, probabilmente mentre cerca di rivendere la sua Model Y usata. E mentre Tesla scivola, il mercato si chiede: sarà questo il tramonto del sogno elettrico o solo una pausa per ricaricare le batterie?. Una cosa è certa: se Elon vuole risalire la china, potrebbe dover inventare un’auto che non solo si guida da sola, ma che paghi anche le bollette. Magari con un optional a pagamento, ovviamente.

 


Nota: Questo articolo è un'opera di satira e parodia, concepita esclusivamente a scopo umoristico e di intrattenimento. I contenuti esposti non riflettono in alcun modo reali sviluppi e decisioni commerciali o dichiarazioni ufficiali. Ogni somiglianza con persone esistenti, situazioni reali o eventi effettivamente accaduti è da considerarsi puramente fortuita e non intenzionale. L'autore declina qualsiasi volontà di offendere o diffamare individui, istituzioni o gruppi politici. Si invita il pubblico ad accogliere il presente articolo con lo spirito critico e il senso dell'umorismo che contraddistinguono la migliore tradizione satirica.


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