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La diplomazia entra in modalità “Escape Room”


La diplomazia entra in modalità “Escape Room”
Crisi a Istanbul: Lavrov diserta, Trump valuta, Lula evangelizza

Vertice Russia-Ucraina in Turchia tra misteri, colpi di scena e partecipanti in cerca di GPS. Intanto Lavrov diserta, Lula cerca lo “zar”, e Trump sogna una reunion da reality geopolitico.
 
 
Istanbul, 14 maggio 2025 – La diplomazia internazionale si prepara a uno dei suoi momenti più enigmatici e teatrali, quasi un mix tra un episodio di Squid Game e una cena di condominio in piena crisi energetica. Il tanto atteso vertice di Istanbul tra Russia e Ucraina è alle porte, ma ancora oggi non si sa chi parteciperà. Non è chiaro se si tratti di una mossa strategica o semplicemente di una riunione di gruppo organizzata su WhatsApp senza conferma.
La prima grande assenza è quella del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, che secondo il quotidiano Kommersant – noto per saperla sempre mezz’ora prima di tutti ma con un margine d’errore da oroscopo – “non sarà della partita”. Una notizia che ha mandato in tilt i cronisti di geopolitica, costretti a cancellare l’ennesimo pezzo già scritto con il titolo “Lavrov a Istanbul: pace a portata di buffet”.
Solo 24 ore prima, il suo nome circolava come quello di un primo ballerino pronto a calcare la scena turca. Ora, pare abbia optato per un più tranquillo "Netflix and chill" diplomatico, lasciando il Cremlino in un imbarazzante silenzio stampa su chi diavolo manderanno a discutere del futuro dell'Ucraina.
"È una strategia negoziale innovativa: il 'Chi l'ha visto diplomatico' " commenta il Professor Barzilai Klugmann, esperto di tattiche elusive presso l'Università di Omsk. "Si annuncia una delegazione e poi si vede chi si presenta. Forse mandano un ologramma, o un corriere con un pacco di proposte".
“In questo momento l’unico Lavrov visibile è il profilo fantasma su Google Meet” ha dichiarato il prof. Yuri Muffinov, analista di geopolitica presso l’Istituto Internazionale di Strategie Incomprensibili. “Ma il vero problema non è la sua assenza. È che nessuno sa chi ci sarà al suo posto. Potrebbero mandare un sosia, un chatbot, o peggio: Medvedev”.
Nel frattempo, il presidente brasiliano Lula ha dichiarato, con il fervore di un predicatore sudamericano in tour spirituale, di voler “esortare lo zar a incontrare Zelensky”. Nessuno ha ancora chiarito se per “zar” intenda Putin o uno dei Romanov in visita al museo dell’Hermitage.
“Lula ha il cuore al posto giusto, ma il GPS forse no” ha commentato il diplomatico Norberto Cassettoni, autore del saggio La pace è un’opinione. “Perché per incontrare Zelensky serve un’agenda, non una benedizione”.
E se il panorama non fosse già abbastanza grottesco, arriva Donald Trump, che dalla sua tenuta in Florida ha lanciato l’idea più originale del secolo: Se c’è Putin, potrei venire anch’io”. Non è chiaro se intenda partecipare ai negoziati, fare da mediatore o semplicemente approfittare del viaggio per una sessione fotografica da usare nella sua prossima campagna presidenziale “Make Détente Great Again”. Un po' come dire: "Vengo alla festa, ma solo se c'è anche quell'altro, così posso fare scena madre".
Steve Witkoff, inviato di Trump e noto per aver mediato un litigio tra due gatti randagi a Brooklyn, sarà accompagnato da Marco Rubio, scelto come segretario di Stato probabilmente grazie al suo nome che suona bene in spagnolo. Entrambi giungeranno a Istanbul il 15 maggio, anche se le autorità turche ancora non hanno deciso se riceverli come ospiti diplomatici o come turisti smarriti.
Nel frattempo, sul campo la guerra continua, con bombardamenti segnalati oggi a Sumy. La realtà, come spesso accade, rovina il tono farsesco della politica internazionale, riportando tutti con i piedi per terra.
Ma non mancano le riflessioni spirituali: l’arcivescovo metropolita di Kiev, Svjatoslav Ševčuk, ha dichiarato con tono grave: “Più si parla di pace, più aumentano i bombardamenti”. Una frase che, secondo alcuni esperti, potrebbe essere usata come slogan ufficiale del prossimo vertice.
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha lanciato un appello accorato a Putin affinché partecipi ai negoziati. “Un tavolo senza Russia è come una bratwurst senza senape” avrebbe detto, secondo fonti mai confermate ma molto colorite.
Intanto, il Cremlino tace. E il silenzio, si sa, in diplomazia è la forma più rumorosa di comunicazione.
Secondo fonti anonime ma con accento slavo, potrebbe presentarsi al vertice un misterioso personaggio registrato come “V. Putin”, ma che – spoiler – si scoprirà essere un influencer russo con 3 milioni di follower su TikTok, noto per imitare discorsi presidenziali mentre cucina boršč.
“La vera pace arriverà solo quando tutti capiranno che non si può negoziare senza prima decidere chi porta i pasticcini” ha concluso l’esperto Muffinov, mentre si avviava verso il buffet stampa.
"Le mie sfere di cristallo mostrano più colombe della pace dirette verso i buffet dell'hotel che verso un accordo" sospira la Dottoressa Cassandra Vedovunque, consulente di chiaroveggenza applicata alle relazioni internazionali. "E vedo molti, molti biglietti aerei acquistati con opzione di cancellazione gratuita".
Insomma, il palcoscenico di Istanbul è pronto, le luci sono accese, ma la trama sembra scritta da un comitato di sceneggiatori ubriachi. Resta da vedere se il menù dei negoziati includerà finalmente la pace, o se ci si limiterà a discutere animatamente sulla disposizione dei segnaposto e sulla qualità dei pasticcini offerti. Una cosa è certa: lo spettacolo è garantito, il risultato un po' meno.

 



Nota: Questo articolo è un'opera di satira e parodia, concepita esclusivamente a scopo umoristico e di intrattenimento. I contenuti esposti non riflettono in alcun modo reali sviluppi politici, decisioni governative o dichiarazioni ufficiali. Ogni somiglianza con persone esistenti, situazioni reali o eventi effettivamente accaduti è da considerarsi puramente fortuita e non intenzionale. L'autore declina qualsiasi volontà di offendere o diffamare individui, istituzioni o gruppi politici. Si invita il pubblico ad accogliere il presente articolo con lo spirito critico e il senso dell'umorismo che contraddistinguono la migliore tradizione satirica.


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