L'Europa si arma fino ai denti (del dentista americano)Pronti a fronteggiare l'invasione... o il deficit?
Ricordate il Progetto Europa? Quello nato dalle ceneri fumanti della Seconda Guerra Mondiale, basato sull'utopistica idea che popoli che si erano scannati per secoli potessero improvvisamente diventare migliori amici grazie a direttive sulla curvatura delle banane? Beh, sembra che l'effetto "terrore benefico" sia svanito con l'ultima generazione che ricordava davvero l'orrore. Ora, cullati da un benessere che ci rende beatamente inconsapevoli, stiamo allegramente smantellando la casa comune per costruirci ognuno la propria fortezza personale. Con tanti saluti alla pace perpetua e bentornate, vecchie, care divisioni.
E chi trae maggior vantaggio da questo "liberi tutti" militare? Ma la Germania, ovviamente! Dopo averci guidato per decenni a suon di export e rigore economico (più o meno apprezzato), Berlino sembra pronta a rispolverare un altro tipo di "leadership". Con la benedizione (e i soldi) dell'UE, guidata dalla sua ex Ministra della Difesa, Ursula von der Leyen (una coincidenza, certo), la Germania potrà gestire questo salasso come nessun altro. "È semplice efficienza teutonica applicata alla deterrenza strategica," commenta con un sorriso enigmatico il Prof. Otto Von Panzer, docente emerito di "Storia Ricorrente" all'Accademia di Aquisgrana. Gli altri Paesi? Si accontenteranno di ingrassare lo Zio Sam, comprando armi sofisticatissime che, magari, per sparare o anche solo per guardare dallo spazio, avranno bisogno di un "OK" via email da Washington.
Mentre la NATO si avvia a diventare un costoso club di reduci e gli Stati Uniti si godono lo spettacolo (risparmiando pure 900 miliardi di dollari), noi europei ci prepariamo a un futuro scintillante. Un futuro dove forse la minaccia più concreta non verrà da Est, ma dal vicino di casa che ha appena comprato un carro armato nuovo fiammante con i soldi delle nostre tasse. L'unica consolazione? Con 800 miliardi di euro spesi in armamenti, forse non avremo più i soldi per farci la guerra tra noi. O forse sì. In fondo, l'importante è partecipare. E pagare il conto. Preferibilmente in dollari.
Nota: Questo articolo è
un'opera di satira e parodia, concepita esclusivamente a scopo umoristico e di
intrattenimento. I contenuti esposti non riflettono in alcun modo reali
sviluppi politici, decisioni governative o dichiarazioni ufficiali. Ogni
somiglianza con persone esistenti, situazioni reali o eventi effettivamente
accaduti è da considerarsi puramente fortuita e non intenzionale. L'autore
declina qualsiasi volontà di offendere o diffamare individui, istituzioni o
gruppi politici. Si invita il pubblico ad accogliere il presente articolo con
lo spirito critico e il senso dell'umorismo che contraddistinguono la migliore
tradizione satirica.
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